Luglio 2024

Sorridere davvero, in punta di piedi

Riportiamo una riflessione viva di AP, volontaria di Accanto, che riflette sulla postura e sul senso della sua esperienza in Hospice

 

Tutto ciò che facciamo per gli altri può essere solo una proposta, un dire debole; possiamo solo tentare di avvicinarci, alla loro vita, e lo possiamo fare solo come camminando in punta di piedi. Credo che l’animo umano possa essere persino troppo grande, perché lo si possa “disturbare” nel suo confrontarsi, nella sua angoscia, nella sua gioia persino. Davvero non abbiamo proprio nulla da insegnare, neppure quando siamo un po’ follemente certi delle nostre verità di vita.

E dunque, dinanzi alla morte preannunciata (nell’imminenza, perché da sempre è stata preannunciata ad ognuno…) il nostro dire dovrà farsi ancora più silenzioso.

Forse, vi è un modo solo delle parole che può essere speso, dinanzi alle domande abissali di chi affronta l’ignoto: forse possiamo solo regalare un autentico sorriso. Quando sorrido davvero a qualcuno che soffre, gli dico che comprendo il suo soffrire pur senza pretendere di saperne molto, perché gli dico anche che rispetto questo suo soffrire in tutti i suoi modi, in ogni domanda pronunciata, in ogni chiedere che ancora attende, e forse per sempre, una risposta. Gli dico che sono dalla sua parte, senza pretendere di sapere quale sia, questa sua parte. Gli dico insomma che apprezzo, in qualche modo, il suo sforzo di aver vissuto e di vivere, e di morire forse.

AP volontaria di Accanto presso l’Hospice di San Martino