Ottobre 2024
Piccolo lessico del fine-vita: recensione del volume di Monsignor Paglia
I progressi della ricerca in ambito medico ci consegnano nuovi importanti traguardi per la prevenzione e la cura di malattie gravi.
Viviamo più a lungo. In Italia, con una media di vita di 84 anni, siamo al quinto posto nel mondo. Ma questo non corrisponde sempre ad un prolungamento della vita in salute.
E i cambiamenti demografici e sociologici (famiglie meno numerose e una maggiore mobilità che porta molti giovani ad allontanarsi dai luoghi natali) aggiungono spesso condizioni di disagio ed isolamento che possono rendere la malattia e la fragilità associata davvero insopportabili.
In questo contesto il dibattito pubblico sul fine-vita è sempre più presente (ed esplode nella cronaca quando emergono situazioni personali estreme) ed alimenta un contrasto che rischia di essere inficiato da posizioni ideologiche e rende difficile elaborare in modo condiviso le necessarie risposte di cui ha bisogno una società come la nostra, complessa ed attraversata da profonde trasformazioni.
Inoltre, alla base dei contrasti più accesi troviamo spesso il riferimento ad una terminologia non proprio di uso comune e che può essere utilizzata in modo improprio.
A rimuovere questo limite, e contribuire allo sviluppo di un dibattito consapevole e approfondito, ci viene in aiuto un recente volume edito dalla Libreria Editrice Vaticana “Piccolo Lessico del Fine-Vita”, che prende in esame e approfondisce 22 voci di valore fondamentale (accompagnare … medicina intensiva … cure palliative … nutrizione e idratazione artificiali … sedazione palliativa profonda …)
L’introduzione di Mons. Vincenzo Paglia rimarca l’importanza dell’impegno comune per affrontare con rigore e responsabilità le problematiche associate al fine-vita, alla ricerca della necessaria mediazione sul piano legislativo quando si affrontano questioni essenziali per l’esistenza di tutti : “L’obiettivo che l’inventario si prefigge è di aiutare chi cerca di districarsi nella giungla di queste tematiche intricate, in modo da ridurre almeno quella componente di disaccordo che dipende da un uso impreciso delle nozioni implicate nel discorso”.