Settembre 2024
In ricordo di Massimo con profonda gratitudine
Il 16 di agosto è venuto a mancare Massimo Rossi. Massimo è stato un operatore straordinario, ha lavorato nell’équipe di Accanto che si occupa di cure domiciliari. Un uomo che ha lasciato non solo nella memoria delle famiglie ma nella memoria di volontari e operatori di Accanto un profondo senso di gratitudine.
Per ricordarlo ed esprimere questo senso di gratitudine abbiamo deciso di raccogliere alcune brevi testimonianze capaci di raccontare di lui.
Certo ti ricorderò com’eri. Mi ricordavi Woodstock, il pupazzetto di Linus. Mi piaceva andare in giro e lavorare con te. Eri un po’ il mio punto di riferimento, ci compensavamo, senza nessuna fatica. I tuoi silenzi e i tuoi sguardi erano più eloquenti di tante parole. E ricordi sono tanti… La tua macchina coi fiori secchi, solo tu potevi… Quando abbiamo fatto la barba insieme a un signore morto, eri contento perché avevi tolto ai figli questa ambascia… Quella volta che ci ha fermato la polizia… La tua semplicità non è bastata a farci togliere la multa.. E quante volte ci siamo detti cosa avremmo fatto quando sarebbe toccato a noi. Di solito capitava dopo situazioni drammatiche. Ci fermavamo in silenzio a fumare. Un silenzio molto pieno di pensieri. Così mi avevi raccontato del tuo primo tumore. Ma quando parlavamo delle nostre paure le esorcizzavamo inventandoci riti e posti dove avremmo potuto morire. La tua disponibilità, La tua dolcezza, la tenerezza li porto con me, con quell’immagine bellissima che tua sorella ha messo in uno stato. Il tuo sorriso ironico non poteva essere meglio dipinto. Le immagini…le foto che postavi, parlano di te… Mi mancherai compagno di strada…
Paola, operatrice di Accanto
Vorrei scrivere un pensiero su Massimo come se scrivessi a lui una lettera.
Caro Massimo, Come stai? Qui mi chiedono un pensiero per ricordarti…. qui sulla terra…. dove sei ora spero tu abbia incontrato mia mamma…..sareste proprio una bella coppia. Non sono in grado di elencare dei ricordi, non ci frequentavamo spesso, ma mi è sempre stata di insegnamento la tua semplicità e curiosità da bambino riguardo ai pazienti che hai accudito, a volte facevi proprio cambiare anche a me il punto di vista da cui guardarli, sospendendo il pregiudizio. Massimo ti stimo e ti voglio bene per quello che sei e per come sei.
Ti abbraccio ovunque tu sia.
Nadia, operatrice di Accanto
Adesso te lo posso dire, Massimo: davanti a te mi sono sempre sentita un po’ in soggezione, come quando sai di trovarti di fronte ad una persona di grande caratura. Per quanto non ci conoscessimo troppo, ti ho sempre considerato una persona “misteriosa”, ma nel senso buono, come una pietra grezza che, poi, se la guardi meglio, ci vedi mille sfaccettature e se togli un po’ di strati intorno, scopri un cuore puro e limpido. Ti vedevo come un uomo complesso e, nello stesso tempo, di una semplicità disarmante. Eri un uomo umile, con il più alto rispetto per ogni paziente. E poi sapevi ascoltare, di quell’ascolto partecipe, attento. E mi piaceva quando durante le riunioni di equipe, te ne uscivi con le tue considerazioni, così lineari da sembrare banali, ma, in realtà di banale non c’era proprio nulla: era solo che, ancora una volta, eri riuscito a vedere il nucleo della questione.
Ho nella mente il ricordo di un momento vissuto: abbiamo assistito insieme alla morte di un paziente. Dopo il suo decesso, sebbene non fosse più necessario, tu hai cominciato a lavarlo, con gesti lenti e delicati. Ti guardavo mentre passavi una pezzuola sulle sue braccia e sembrava che lo stessi accarezzando. In quel silenzio e in quei gesti ho sentito quanto “sacro” fosse quel momento.
Ciao Prof. fa buon viaggio…ovunque tu sia diretto, so che una parte di te resterà per sempre in un angolo del mio cuore.
Sabrina, operatrice di Accanto
La mia conoscenza di Massimo risale a un anno e mezzo fa quando iniziai a lavorare in Accanto. Io e lui siamo entrati in sintonia subito, non solo per l’accudimento dei nostri pazienti, per il suo modo gentile e delicato ma anche per un immediata connessione su quello che mi ha sempre appassionato, e che ho scoperto appassionare anche lui: il cinema, gli autori francesi, quelli di un cinema per pochi e di un cinema che pochi apprezzano, al di fuori dagli schemi e da ciò che è banale e commerciale. Gli avevo sempre detto che poteva essere il mio compagno ideale solo per questo. Aveva libri su registi che amo e poster con film che hanno segnato la mia vita. Aveva tanto, Massimo, sempre serio e silenzioso ma profondo e accogliente. Anche nell’ultimo mese, coi suoi profondi silenzi di consapevolezza della malattia che spiazzavano chiunque. Un giorno mi disse che lo sapeva, che sarebbe andata come andava coi nostri pazienti. Che sarebbe finita. L’ho ascoltato in silenzio. Aveva un senso di pace in quel momento, senza troppa preoccupazione. L’avrei abbracciato. Gli presi solo la mano. Volevo fargli sentire che insieme a lui eravamo in tanti, me compresa e che non sarebbe stato solo. Forse unico conforto. E cosi è stato, fino alla fine.
Teodora, operatrice di Accanto
Ripensando a Massimo, il primo ricordo è di come stava seduto, con le gambe accavallate e ascoltando in silenzio i nostri discorsi durante le riunioni di équipe. Pacato, mai una parola fuori luogo o uno scatto di rabbia, stava in silenzio e ascoltava, ma quando faceva il suo intervento nelle sue parole c’era sempre la capacità di cogliere l’aspetto positivo di ogni situazione e la totale assenza di giudizio. La sua delicatezza la riversava nell’accudimento dei malati: con calma, rispetto, silenzio. Ne accarezzava il corpo coi suoi massaggi e dava conforto al loro spirito sofferente.
Se devo ricordarlo con una parola quella è GENTILEZZA
Simona, operatrice di Accanto
Ciao Massimo,
ovunque tu sia ti auguro tu possa aver trovato serenità e soddisfazione… leggero, mai superficiale, capace di stare in silenzio e in disparte osservando attentamente il mondo circostante, a volte quasi come se non ti riguardasse per poi in poche parole riuscire a raccontare l’essenziale…
Ovunque tu sia proteggi e sostieni la tua ampia e ricca famiglia, perché a volte complesso è il cammino…
Grazie e buon viaggio…
Elisa, operatrice di Accanto
Sono una volontaria al domicilio; ho conosciuto Massimo qualche anno fa durante le riunioni mensili di équipe.
Sono stata colpita tanto dai suoi silenzi quanto dalle sue esposizioni chiare, equilibrate e di grande buon senso.
Ci siamo stati vicini nel periodo in cui ho seguito, come care giver, le ultime settimane di vita di mio cognato.
Mi mancano molto la sua competenza condivisa, il suo tratto umano, la sua vera signorilità.
Grazie Massimo
Cristina, volontaria di Accanto
Massimo se ne è andato. La sua vita è stata breve e, forse per questo, Massimo l’ha costruita riempiendola di interessi diversi, passioni diverse, professioni diverse.
Diversi ma uniti da costanti importanti: la ricerca profonda di significato, la sensibilità artistica, l’attenzione per il prossimo, la capacità di osservare e ascoltare l’altro, di interrogarsi, di corrispondere con un dialogo intimo, empatico.
Lo ha fatto come insegnante, come regista e creatore di messaggi di comunicazione, e lo ha portato nella sua presenza in ACCANTO. Accompagnando e dando conforto nell’ultimo tratto a persone non più guaribili ed ai loro affetti, ma anche partecipando e arricchendo il prezioso lavoro delle equipe di cura.
Massimo, schivo, attento, profondo, per me resta un esempio di sensibilità infinita che deve guidare la nostra presenza.
Gisella Introzzi, Presidente di Accanto